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Sicuramente da non perdere, un vero e proprio percorso tra il conscio e l’inconscio. L’esposizione lascia intendere la personalità singolare e particolare di un artista quale Julien Friedler, intento a portarci negli abissi più inesplorati della mente umana.
La mostra si compone di una ventina di opere, che constano in una produzione molto ampia di attività pittoriche di grandi dimensioni che circondano il vero nucleo della raccolta: l’installazione La Forêt des Âmes – La Foresta delle Anime.
I dipinti sono molto forti, intensi ed estremamente comunicativi, a tratti inquietanti. Ci si ritrova catapultati in un mondo onirico e di spiriti, che si sprigionano direttamente dalla mente e dal tormento di Julien Friedler. Un mondo in cui tutte le espressioni vitali della mente dell’artista prendono forma, nelle quali possiamo riconoscere anche i nostri demoni e le parti più nascoste del nostro inconscio.
Le opere pittoriche, tra acrilici su tela e acrilici+collage su tela, sono piene di significati inconsci e subliminali ma tanto immediati da entrare dentro l’animo di chi li contempla. E proprio la contemplazione sarà la soluzione al tomento dell’anima. Nei dipinti prendono vita gli aspetti più brutali che possono scaturire dalla nostra mente, ma catturandoli con l’arte si possono contemplare, accettare e finalmente il nostro animo può trovare un po’ di pace. La pacificazione come cura dello spirito umano tormentato è ciò che l’autore ha cercato di sviluppare con la pittura.
In questo viaggio introspettivo, l’autore ci invita a non aver paura dell’inconscio perché è il veicolo che fa sviluppare la nostra creatività. Afferma che i traumi, gli stati inconsci rifiutati dal cervello e messi da parte – una volta che tornano per tormentare l’animo- non possono essere placati solo con le parole e la psicoterapia (Friedler studiò psicanalisi a Parigi e collaborò con Lacan). Ma vedere materializzato l’orribile sia dentro che fuori dall’inconscio può aiutare a raggiungere uno stato di pacificazione.
L’Installazione dal nome La Forêt des Âmes è formata da 9 colonne che si ergono al centro della mostra, posizionate all’interno di una costruzione buia che produce un sound quasi tribale e ipnotico. Si fanno testimoni di un’arte concepita non come fine a sé stessa, ma portatrice di uno scambio tra culture, che richiede la partecipazione di ognuno. Questo è reso possibile dall’elemento costituente e fondamentale dell’installazione: il questionario. Anche i visitatori sono invitati a compilare il questionario, rendendosi parte di un progetto umanitario e introspettivo. Le migliaia di risposte raccolte finora in tutto il mondo altro non sono che la sostanza di cui sono composte le colonne. E si trovano proprio là dentro, custodite in quelle imponenti installazioni sovrastate da una testa. Ce ne sono più di 70mila e costituiscono la foresta delle anime.
Un’idea nata nel 2006 e non ancora conclusasi : sei domande alle quali tutto il mondo è invitato a rispondere ma soprattutto a riflettere. Sei semplici questioni per le quali non c’è una risposta assoluta ma che conducono a meditazioni filosofiche, esistenziali e ci costringono a intraprendere un viaggio alla scoperta di noi stessi e del mondo.
Dio esiste?
Come descriverebbe quest’epoca?
Come vedi il futuro?
Sei felice?
La sessualità è importante?
Chi sono io?
Il mondo di oggi,afflitto da cataclismi, guerre e valori che vengono messi sempre più in discussione, è confuso e cerca ancora un’identità.
Il problema dell’identità si trasforma in un’esperienza catartica, basata su ciò che siamo e sul questionario – al quale l’artista non pone limiti e richiede un approccio positivo: si può rispondere in tutte le lingue, con parole, disegni, musica.. L’artista vuole provocare reazioni creative, perchè ‘’il circuito dell’arte non è abbastanza aperto’’: la meditazione è la chiave per trovare un concetto, una risposta libera da ogni condizionamento ambientale e sociale.
La questione che ha coinvolto Friedler in questo strabiliante lavoro riguarda il pensare l’arte in modo diretto, trovare un’opera che rispondesse ai paradossi di oggi. Fondamentalmente, questo progetto permette di slacciarsi dal nome proprio dell’artista e creare un’ ‘’arte di massa’’, obiettivo primario di Friedler.
L’obiettivo dell’Associazione Spirit of Boz, che porta avanti l’attività di Friedler, è quello di condividere attraverso l’arte un pensiero umanistico e purificatorio per poter raggiungere una nuova Umanità consapevole del proprio essere.
Personalmente, è stata un’esperienza altamente formativa e introspettiva, che mi ha permesso di entrare a contatto con le mie energie vitali, i pensieri più nascosti e difficili da accettare. I demoni che al buio tormentano l’animo, erano là, alla luce, davanti a me, impressi su tela. E non facevano più così paura. Un incontro illuminante, grazie anche alla personalità di un artista unico come Friedler.
Entrando vedi il mondo in un certo modo ma quando esci, non sei più lo stesso.
CARTELLA STAMPA
SINOSSI
L’artista belga Julien Friedler, Bruxelles classe 1950, nasce come filosofo ed etnografo formato all’Università della Sorbonne di Bruxelles. La carriera in campo letterario e psicanalitico prosegue fino agli anni 90. Allievo di Lacan, cerca di non fermarsi alle teorie della psicoanalisi classica, tanto che a un certo punto esprime diversamente il suo io.
Nel 1994 inizia il suo percorso nel mondo dell’arte, che travolge le sue sensazioni e le sue passioni per la civiltà e l’ignoto.
Di grande impatto sulla sua produzione, maggiormente autobiografica, hanno avuto gli eventi storici della società postmoderna insieme a quelli della seconda metà del XX secolo. Fa spesso riferimento al mondo odierno che sta andando ‘’ a rotoli’ e al bisogno di trovare un mezzo per rafforzare la coesione sociale.
Nasce così nel 2008 l’Associazione culturale creata dallo stesso Friedler chiamata Spirit of Boz che promuove progetti artistici di massa e culturali, allo scopo mostrare l’arte come un veicolo di unione sociale attraverso scambi e legami culturali in tutte le forme creative possibili. Boz non è altro che l’espressione dell’universo dell’artista.
Nella mostra Behind the World vediamo come Friedler intraprende insieme a noi un viaggio nella complessità dell’uomo, attraverso l’ignoto e l’inconscio , ma come obiettivo la conoscenza profonda dell’essere animato da forze passionali e universali.
L’artista si racconta
Cosa l’ha portato a fare l’artista?
Friedler spiega che dopo un periodo molto duro, si sentì troppo nervoso e inquieto per portare avanti la scrittura e l’attività di psicanalisi. Non ne vedeva più il senso. Attraverso il suggerimento di un’amica, che lo convinse con non poca fatica, si decise a provare a dipingere. Iniziò quindi a seguire per due anni lezioni private sulla tecnica base di pittura, che lo portò a uno stato di giubilazione e forza verso la risoluzione dei suoi problemi.
Ci sono artisti amati ai quali si ispira?
Friedler spiega che continuò come autodidatta, senza ispirarsi a nessuno in particolare : il suo obiettivo rimaneva quello di creare un pensiero libero da influenze e condizionamenti.
Sebbene alcune ombre di artisti quali Monet e Basquiat, possano intravedersi nei suoi dipinti, Friedler tiene a precisare che il suo universo è elastico e aperto, non chiuso in una corrente o movimento artistico-culturale.
I suoi dipinti nascono con un’idea ben precisa prestabilita?
L’artista afferma che quando si cimenta in un dipinto esiste sicuramente un’idea di base, ma non è detto che questa venga portata a termine. Spesse volte viene trasformata in base alle evoluzioni dell’animo.
Galleria fotografica
Artista : Julien Friedler
Mostra : Behind the World
Collezione: Fondation Spirit of Boz Credit
Curatrice della mostra : Dominique Stella
Photo : Vincent Everarts
Quando : Dal 09 novembre 2018 presso l’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano, l’artista belga Julien Friedler presenta nella sua mostra monografica Behind The World, testimonianza del retroscena di vita molto forte dell’artista. La mostra, organizzata dal Gruppo Arthemisia e prodotta dall’ Associazione Spirit of Boz for Contemporary Art, resterà aperta fino al 2 dicembre 2018
Orari: dal lunedì al giovedì 9.30-19.30
venerdì e sabato 9.30-22.00
domenica 9.30-20.30
Ingresso consentito fino a un’ora prima
Per la prima volta a Roma, dopo New York, Bruxelles, Milano, Spoleto e Rivara.