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Cari amici di Mente Digitale, ormai ci conosciamo da anni, ormai avete capito quanto ami le battaglie e la lotta, le sfide e il desiderio continuo di migliorarsi, in virtù di questo, voglio presentarvi con immenso piacere una serie Netflix che mi ha fatto impazzire per quanto riguarda trama,contenuti e personaggi, arrivando a livelli di immersione simili a “Hokuto no Ken“ (Ken il Guerriero) e “Saint Seiya” (I cavalieri dello zodiaco) e “L’Uomo Tigre“
Signore e Signori ecco a voi Baki the Grappler.
[notification type=”alert-warning” close=”false” ]Ndr: La mia recensione non contiene spoiler riguardanti la serie Netflix, ma spiegherà in breve cosa è successo prima. Ciò nonostante, anche coloro che non hanno mai visto le prime due stagioni (non presenti su Netflix) potrà comprendere al meglio la trama, grazie ai numerosi ed esaustivi flashback che si presenteranno durante lo scorrere delle puntate[/notification].

STORIA EDITORIALE
Baki the Grappler è una serie nata nel 1991 dalla mente di Keisuke Itagaki, fumettista e boxeur amatoriale, narra la storia di Baki Hanma, figlio di Yujiro Hanma e del suo continuo combattere contro il padre, il quale ha ucciso la moglie (nonchè madre di Baki).
Yujiro non è un combattente normale, è l’uomo più forte del pianeta, ogni fibra del suo corpo è fatta per uccidere, le mani sono martelli, i piedi sono lame affilate, neppure un esercito può fermalo (basti pensare che è riuscito a fermare un terremoto di grado 9 della scala Richter con un singolo pugno) ed è alla ricerca costante di combattenti da sfidare e battere. Sotto molti aspetti, Yujiro ricorda molto Akuma di Street Fighter, anche per il suo aspetto demoniaco e i capelli di un vivo rosso, come se fossero di fuoco,nonché l’ardente di desiderio di combattere contro avversari sempre più forti.
Baki cresce in questo mondo di violenza, divenendo in poco tempo un lottatore eccezionale, ma a differenza del padre, cercherà di essere sempre buono e gentile con tutti, in particolar modo con la famiglia Matsumoto che lo ha adottato, divenendo tra l’altro il fidanzato della giovane Kozue, figlia della sua matrigna Kinuyo, la quale non si opporrà mai al rapporto tra i due, conscia di come Baki possa difendere la figlia meglio di chiunque altro.
Ma come sempre succede nei migliori racconti, la pace non può durare a lungo nel mondo degli eroi e stavolta a rovinare la vita di Baki ci penseranno cinque lottatori potentissimi e crudeli, maestri delle Arti Marziali Oscure.

TRAMA: la “Most Evil Death Row Convicts Saga” (Breve sinossi senza spoiler)
Dopo il Torneo Segreto di Arti Marziali ( presente nelle prime due stagioni degli anni 90), Baki decide di riprendere la sua vita, cercando di passare la vita come un teenager normale, andando a scuola (con risultati spesso e volentieri disastrosi, da buon personaggio principale degli anime), uscendo con la sua cara Kozue ed allenandosi in caso il potentissimo padre decidesse di tornare.

Nel frattempo nel mondo, cinque uomini stanno per essere giustiziati nei loro paesi di origine (U.S.A, Gran Bretagna, Giappone e Russia) per aver compiuto indicibili crimini e brutalità, cinque uomini che non hanno nulla in comune, tranne il fatto di essere infinitamente potenti e praticanti delle misteriose Arti Marziali Oscure.
Due americani: il terrificante Dorian e il cinico ed intelligente Spec; un giapponese, il tetro e letale Ryuukou Yanagi, detto l‘Avvelenatore; un russo, l’astuto Sikorsky e il britannico Hector Doyle fuggono dalle loro prigioni in contemporanea, seguendo un misterioso istinto che gli spinge a dirigersi verso Tokyo per poter finalmente conoscere la Sconfitta, l’unica cosa che potrebbe dare un pò di pace a queste anime dannate. Le ragioni di questo fenomeno collettivo verrà spiegato magistralmente da Mitsunari Tokugawa, direttore dell’ Arena di Tokyo, nonchè personaggio già conosciuto dai fan… ovviamente non spiegherò di quale fenomeno sia, non voglio rovinarvi il tutto, ma sono sicuro che vi piacerà da matti.

Ad aiutare Baki arriveranno vecchi amici/rivali, desiderosi di affrontare questi guerrieri letali in combattimenti spettacolari e deliziosamente esagerati. Tra questi ritroveremo il saggio e abilissimo maestro Doppo Orochi, lo sfrontato ma leale Oyabun (capo di una famiglia mafiosa giapponese, la terrificante Yakuza) Kaouru Hanayama, l’onorevole Kaioh Retsu , il maestro Goki Shibukawa e il coltissimo e fenomenale Oliver Biscuit.
Non ci sono regole, solo schiaffoni e colpi di arti marziali improbabili quanto emozionanti.

ASPETTO GRAFICO
Uno stile pulito, molto simile ai primi lavori di Itegaki, benchè sia stato modernizzato. Purtroppo in alcuni punti i movimenti si rivelano essere alquanto scattosi, rovinando l’ebrezza del combattimento o lo studio delle mosse, ma è un evento che si presenterà poche volte in tutto l’anime.
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI
In questo ambito l’Anime fa da peso massimo, visto che quasi tutti i personaggi hanno un solido background dietro di essi. Sia le nuove comparse che le vecchie conoscenze hanno qualcosa da dire sul loro passato o di come vedono il mondo, si passerà dalla saggezza e la determinazione quasi conservatrice del maestro Doppo Orochi (il quale è un Sagat di Street Fighter in miniatura,benchè in realtà si basi sul leggendario maestro di arti marziali Masutatsu Ōyama), alla continua voglia di migliorarsi del maestro Retsu, al passato oscuro di Dorian (il quale è legato ad altri personaggi) alla perfida cultura di Yanagi detto l’Avvelenatore, per finire con la bonarietà e la voglia di essere normale di Baki, un giovane rinchiuso in un corpo scultoreo da lottatore professionista, segnato da mille cicatrici.
Come ogni buona serie anime che si rispetti, ci saranno numerosi colpi di scena, facendovi cambiare radicalmente l’opinione sui vari personaggi.

IN CONCLUSIONE
Baki the Grappler non sarà di certo il manga migliore al mondo, ne di certo quello con la trama più profonda, tanto meno quello più indicato per i bambini (vi sono numerose scene di violenza anche di una certa entità, quali mutilazioni, smembramenti e ossa fratturate),ma fa il suo lavoro e lo fa bene.
Il lavoro di Itegaki appassiona, diverte, intrattiene ed appassiona, questo è quello che conta.
Mi sento di consigliare Baki a tutti quello che vogliono spegnere un po il cervello per qualche ora e potersi divertire con un po di sana violenza e una buona trama.