Questo articolo è stato letto 1 373 volte
Sala gremita, gente in coda fuori. Allo stage X del Wired Next Fest 2019 in tanti, ma non abbastanza, sono venuti per ascoltare in collegamento video dalla Russia, Edward Snowden, ex impiegato di una società informatica che lavora per la NSA, Agenzia per la sicurezza nazionale.
Dal 2013, in seguito alle sue rivelazioni sulle attività di sorveglianza dei governi statunitense e britannico, Snowden si trova in esilio “volontario” in Russia, minacciato dalle leggi sullo spionaggio che potrebbero costargli una dura condanna. I documenti messi a disposizione di alcuni giornalisti da Edward Snowden hanno rivelato al mondo come l’utilizzo del programma PRISM per le operazioni di sorveglianza elettronica dei governi sopracitati, violassero diritti fondamentali tracciando attività su internet e intercettazioni telefoniche di milioni di persone nel mondo senza alcuna autorizzazione, servendosi della collaborazione dei maggiori service provider.
Nel 2016 Amnesty International lancia la campagna “Run with Edward”, chiedendo al presidente Obama di concedere la grazia in quanto, come ammesso da un ex-procuratore generale degli Stati Uniti, le rivelazioni di Snowden “si sono rivelate essere un servizio di pubblica utilità“. Purtroppo però l’appello non fu accolto.
Gli sono state mosse diverse accuse riguardo al fatto di vivere in Russia e durante l’intervista risponde a tali accuse raccontando di come il suo passaporto sia stato cancellato dal governo statunitense mentre lui era in viaggio da Hong Kong. “E’ stata una decisione degli U.S.A di tenermi in Russia, sono stato anche accusato di interferire con le elezioni”.
La cosa più importante secondo Snowden è capire come i governi stiano cercando di controllare ogni aspetto della società. “Per me è frustrante dire che tutti i governi, le intelligence, mentono ai cittadini ed agli stessi governi”.
Prosegue dicendo che con l’avvento della rete, c’è un controllo della popolazione a 360 gradi e grazie al fatto che ormai molte attività vengono svolte con l’ausilio degli smartphone, è molto più facile controllare e tracciare le informazioni perché è più semplice reperirle.
Tutti i dati possono essere conservati: la persone che contatti, quanto frequentemente, i tuoi movimenti, i tuoi dati sensibili, ed è quindi possibile influenzare le masse come si vuole. Facebook per esempio permette a tutti gli utenti, partiti politici compresi, di pianificare una campagna di annunci sponsorizzati targhettizzati in base al sesso, all’età, agli interessi, alla collocazione geografica.
Un esempio chiaro avvenuto recentemente in Italia è la campagna promossa su Facebook sulla pagina personale del ministro degli interni Salvini: accanto a messaggi elettorali e non, vengono sponsorizzati video di violenza e pestaggi in cui i protagonisti sono soprattutto persone di colore.
Da un’analisi informatica fatta sui Report delle inserzioni di Facebook, tali messaggi sono indirizzati a profili con target d’età tra i 13 ed i 17 anni. (Per approfondire in merito, l’articolo “I post, la squadra e i soldi: così la Bestia orienta il voto” di Matteo Pucciarelli)
Durante l’intervento gli viene domandato di Cambridge Analytica e del lavoro di Julian Assange. Snowden sostiene che quello che è avvenuto con Cambridge Analytica è la conferma di ciò che ci si aspettava e che i social sono strumenti di manipolazione dettata da interessi economici, che possono essere utilizzati per fare spionaggio.
Continua dicendo che Assange e Wikileaks si sono resi difensori della giustizia pubblicando i dati forniti da Chelsea Manning, mentre il governo ha descritto a proprio piacimento la storia di Assange. Hanno detto che ha agito contro le istituzioni, gli hanno imputato 17 capi di accusa, ma è importante ricordare che la negazione della libertà di stampa non è solo un attacco ai giornalisti, ma è un attacco ad ognuno di noi, perché la libertà di stampa esiste per garantire la libertà di informazione di ognuno.
“Capire il livello di rischio, questa è la resilienza”.
Le leggi che garantiscono la libertà di parola sono spesso le stesse che proteggono la libertà di stampa, dando pari diritti sia ai singoli cittadini che ai mezzi di comunicazione.
In ultimo, ci parla della resilienza dicendo che Il cambiamento è alla portata di tutti, esiste, è importante che i diritti non vengano violati, il diritto di ciascuno di noi è su base universale. Ci sono solo delle scelte da fare. Secondo Snowden non si può mettere in atto un processo per cui non viene pensata una soluzione. “Capire il livello di rischio, questa è la resilienza”.
[notification type=”alert-info” close=”false” ]
Scheda dell’ospite intervistato
Edward Joseph Snowden è un informatico e attivista statunitense. Ex tecnico della CIA e fino al 10 giugno 2013 collaboratore della Booz Allen Hamilton, è noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi top-secret di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico.
Via: Wikipedia
[/notification]