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Cari/e amici/che di Mente Digitale, dopo tanto tempo, torno a scrivere su questa meravigliosa testata, con una nuova rubrica, chiamata #iCazziDuriDellaStoria
Scrissi diversi post di questa rubrica per un gruppo privato su facebook, ma è tempo di fare il mega salto. Ed ecco a voi una figura mitologica veramente tosta, celebrata ancora adesso come simbolo di forza, orgoglio e coraggio, sto parlando di Eracle, conosciuto dai Romani come Ercole o Hercules e dagli etruschi come Hercle. Era ritenuto protettore degli sport e delle palestre. Fu onorato in numerosi santuari sparsi in tutta la Grecia e le sue tante imprese, espressione dell’altruismo e della forza fisica, lo fecero credere il fondatore dei Giochi olimpici antichi. In alcuni casi, mettendo in luce la generosità con la quale affrontava avversari temibili, si rese dell’eroe un’immagine dall’intensa forza morale, oltre che puramente fisica. Il popolo spartano diceva di discendere direttamente da esso, infatti le due famiglie reali, gli Agiadi e gli Euripontidi, dicevano di discendere da Aristodemo, figlio di Ercole [1]
A quanto pare, l’arte del pugilato denominata Pancrazio (usare tutta la propria forza ) era la sua disciplina preferita, in cui non venne mai battuto da nessuno. La Pancrazio, tutt’oggi è chiamata “Boxe greca” [2], ma veniamo al personaggio
Eracle, il cui nome vuol dire “Orgoglio di Era”, è un semidio, figlio di Zeus (il dio supremo del Pantheon corporeo greco) e della meravigliosa Alcmena, discendente di Perseo (colui che benedetto dalla dea Atene, uccise l’unica gorgone mortale, Medusa)una mortale, Eracle infatti, non era una divinità, ma bensì un semidio. Uomini potentissimi e longevi, ma mortali (proprio come Crisaore, Perseo, Achille …. E Kratos)
Ironicamente, visto il significato del suo nome, Eracle trovò subito una potentissima nemica, Era, la moglie di Zeus, adirata con il marito per i suoi continui tradimenti. Piccola premessa su Era: oggi, la moglie di Zeus viene considerata una dea infinitamente crudele, egoista e vendicativa. Non vi è nulla di più sbagliato, la dea era una protettrice dell’amore vero e del matrimonio, rappresentava gli aspetti più nobili di una donna, ovvero quelli della indipendenza, dell orgoglio femminile e della lealtà nel rapporto di coppia. Ergo non poteva tollerare di essere sminuita così continuamente dal marito, il quale, era, francamente, un vero porco.
Comprendendo che la moglie avrebbe cercato di uccidere il figlio, il padre degli dei ordinò dunque al fedele Hermes di attuare un astuto stratagemma. Mentre Era dormiva il celere messaggero divino, portando in braccio il bambino lo avvicinò al seno della dea, facendogli così succhiare un po’ del suo latte che, essendo divino, rendeva il fortunato un invincibile eroe. Era però, svegliatasi a causa di un morso del bambino, ebbe un moto di terrore. Quel repentino movimento fece cadere, dal seno della dea, una piccola parte del suo latte che fu dunque origine della Via Lattea, denominata così proprio in ricordo di tale evento [3]
Ciò rese Eracle praticamente invincibile, ma non immortale, come sperava il padre. Il possente guerriero, spesso descritto come un uomo gigantesco (superava di parecchio i due metri), quasi sempre nudo o con un semplice perizoma, con una lunga barba scura ed ispida, con penetranti occhi neri piena di rabbia brutale, era molto più versato nelle arti manuali, che in quelle artistiche e filosofiche. Fu solo il grande centauro Chirone, il maestro di tanti eroi della mitologia greca, che riuscì ad instillare in lui il concetto di etica e di morale.
Ercole , ispirato dalle parole di Chirone, divenne un difensore dei deboli, nonché un prode argonauta ( Secondo alcuni autori, Eracle s’imbarcò prima di compiere le dodici fatiche, secondo altri, dopo).
Ma Era non si era dimenticata della prova vivente dell’ infedeltà di Zeus, usando i suoi immensi poteri, uniti a quelli di Lissa, la Rabbia, fece sconvolgere la mente dell’eroe e questi, in preda al furore, uccise di propria mano moglie Megara e i figli. Tornato in sé e resosi conto dell’accaduto, l’eroe decise di suicidarsi per porre fine alle proprie sofferenze. Fu un giovane ateniese, Teseo (colui che poi ucciderà il minotauro) che gli disse di non farlo, di andare dal’ oracolo di Delfi per poter sapere come redimersi da questo peccato. La Pizia gli disse che avrebbe dovuto compiere dodici fatiche (oppure dieci, secondo Hercules della Dingo pictures, la stessa che fece “dinosauri”) per il cugino Euristeo, re di Tirinto, il quale era il favorito di Era.
Durante le sue fatiche, Eracle viene spesso accompagnato da un giovane compagno (un Eromenos) che secondo alcuni si chiama Licinio, secondo altri invece è il nipote Iolao [4]
- Uccidere l’invulnerabile leone di Nemea e portare la sua pelle come trofeo: La bestia aveva una pelle indistruttibile, infatti Ercole per ucciderlo lo strangolò, dopodichè lo scuoiò e se la mise indosso, usandola spesso come scudo
- Uccidere l’immortale Idra di Lerna: questa tremenda bestia (non grande come viene descritta spesso) oltre alla celebre capacità di rigenerare le teste mozzate, aveva il sangue e l’alito mortale (orochi sei tu?), è probabilmente il mostro più forte che il nostro eroe dovette affrontare, infatti si dovette far aiutare dal buon Iolao, che con una torcia cauterizzava le ferite delle teste mozzate, facendo in modo che non potessero ricrescere. Alla fine Ercole tagliò la testa sovrana, immortale e la seppellì per sempre. Dopodichè Ercole intinse nel sangue del mostro le sue frecce, divenendo letali (una di queste purtroppo, colpì il povero Chirone, che si suicidò per il dolore, dando la propria immortalità al titano Prometeo), questa fatica non venne accettata da Euristeo, visto che venne aiutato da Iolao
- Catturare la cerva di Cerinea: bestia sacra ad Artemide
- Catturare il gigantesco cinghiale di Erimanto;
- Ripulire in un giorno le stalle di Augia; i cui cavalli cagavano come Adinolfi, anche questa fatica non venne riconosciuta, perché Eracle chiese un compenso
- Disperdere gli uccelli del lago Stinfalo;
- Catturare il toro di Creta; che sputava fuoco dalle narici
- Rubare le cavalle di Diomede; che avevano una simpaticissima particolarità… erano carnivore ed enormi
- Impossessarsi della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni;
- Rubare i buoi di Gerione; il semidio con due busti
- Rubare i pomi d’oro del giardino delle Esperidi;
- Portare vivo Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli Inferi, a Micene.
Euristeo, vedendo Eracle tornare con il mostro infernale sulle spalle, si sentì morire per la paura e ordinò che Cerbero venisse rimandato presso il proprio padrone. Il re, avendo visto come l’eroico cugino era riuscito a vincere su tutte le prove che gli aveva commissionato, si diede per vinto e lo liberò dalla sua prigionia, ponendo così fine alle sue dodici fatiche.
Eracle alla fine venne sconfitto da un orrido trucco. Nesso, un orrendo centauro, dal sangue velenoso, rapì Deianira, la seconda moglie del semidio , il quale quando lo trovò lo massacrò riducendolo in fin di vita. Il centauro allora usò l’inganno. Intinse il suo terribile sangue venefico in una tunica, la diede a Deianira, dicendogli che avrebbe portato fortuna al grande guerriero. In realtà, appena si mise la tunica, un dolore bruciante gli entrò fin nelle vene, ed egli, impotente per la prima volta nella sua vita, non poté far altro che subire l’agonia.
Con le sue ultime forze, Eracle sradicò alcuni alberi e costruì una pira nella quale poter bruciare, ma una volta preparato il rogo suo figlio Illo e Iolao non ebbero il coraggio di accenderlo, ed Eracle fu costretto a chiedere a un pastore di nome Filottete di farlo. Eracle morì…ma il suo essere divino si salvò, venne portato sull’Olimpo, dove visse per tutta l’eternità con gli dei, riconciliandosi con Era, la quale divenne una sua grande amica.
- http://www.treccani.it/enciclopedia/diarchia_%28Enciclopedia-Italiana%29/
- http://www.pancrazio.org/?page_id=130
- http://www.amastrofili.org/Pulsar/vediArticolo.asp?ID=243
- http://www.aristeo.org/sardegnaemiti/personaggi/iolao.html
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