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Fenomenologia della morte: la decomposizione

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Il destino ultimo di tutti gli esseri viventi, che ci piaccia o meno, è la morte: biologicamente, essa rappresenta la fine di tutti i processi vitali, le reazioni biochimiche alla base del metabolismo. Ciò implica che le cellule del nostro corpo non sono più in grado di funzionare in quanto prive dei nutrienti ed iniziano i processi di morte cellulare, detta anche apoptosi.

Questo processo di decadimento fisico è conosciuto come decomposizione, ovvero il processo chimico di distruzione dei tessuti ad opera di enzimi e batteri con conseguente produzione di gas maleodoranti in cui sono presenti quantità di magnesio e potassio, i quali causano fenomeni luminosi conosciuti come Fuochi fatui, che in passato venivano scambiati per spiriti, visto che erano frequenti nei cimiteri.

Le fasi

Il processo di decomposizione inizia al momento della morte, ma la fase iniziale del processo è composta da tre fasi ben precise:

1. Algor mortis: Dal momenti in cui nel corpo non avvengono più reazioni biochimiche (quindi con produzione e mantenimento del calore), il corpo inizia a raffreddarsi con una perdita iniziale di 0.5 gradi, per poi salire ad 1 grado ogni ora e diminuire fino a 0.3 gradi;

 

 

2.Rigor mortis: Raggiunti i 25 gradi, il corpo inizia ad irrigidirsi in quanto a livello muscolare, esso non è più in grado di produrre ATP (la molecola che serve come fonte di energia) e quindi si creano dei legami durevoli tra le proteine muscolari. Solo dopo 24-36 ore, la decomposizione “scioglierà” il corpo aggredendo le cellule muscolari.

 

 

3.Livor mortis: Poichè il cuore non può più pompare sangue, esso ristagna a seconda della posizione in cui si trova il cadavere, causando quindi la decolorazione del corpo e rendendo di colore viola-porpora la zona in cui esso va ad accumularsi (congestione). Inoltre, alcune tipologie di decesso possono causare coloriti differenti (avvelenamento da CO, ad esempio).

 

 

Una volta che i tessuti molli sono stati degradati, non rimangono che le ossa dello scheletro che, a seconda del luogo e delle condizioni in cui esso si trova, possono resistere al tempo anche per milioni di anni, purché vi siano le condizioni giuste perché esso avvenga, ma alla fine, tutti gli esseri viventi sono condannati dalle leggi della natura che conosciamo tramite la scienza, a dissolversi e a ritornare alla terra e agli altri esseri viventi in un eterno ciclo di creazione e distruzione, aggregazione di atomi e la loro dispersione.

 

 

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Francesco Azathoth La Porta

Ciao, mi chiamo Francesco La Porta, alias Azathoth, sono uno studente di Scienze e Tecnologie Biologiche e sono un appassionato di scienza nel suo significato più ampio, interessandomi di filosofia morale, bioetica e scienze naturali. Amo la poesia: ho pubblicato una raccolta di pensieri poetici e ne ho una seconda quasi pronta.

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