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I Cazzi duri della storia #5: Leonida di Sparta

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Oggi, amici di Mente Digitale, vi presento un personaggio che tutti conoscono e amano ed è proprio di un vero cazzo duro di elitè: Leonida I di Sparta (Sparta, 540 a.C. circa – Termopili, agosto o settembre 480 a.C. )

Ma prima di parlare di lui, il mio amico Diego Giannone (https://www.facebook.com/diego.giannone.71) vi spiegherà cosa era Sparta

Sparta fu fondata nel XII secolo a.C , era un piccolo villaggio di pescatori, ebbe la sua fortuna quando l’intera Grecia venne invasa dai Dori (una popolazione indoeuropea, la quale, insieme al potentissimo e misterioso popolo del mare, i quali molto probabilmente erano sardi o siculi, fecero scomparire grandi potenze economiche come gli Ittiti e Micene).  Questi indoeuropei compresero l importanza della cittadina , facendola prosperare secondo i loro ideali. Una esistenza rude, piena di soddisfazioni, di lealtà, di onore e giustizia.

Gli spartani amavano farsi chiamare Lacedemoni, ovvero i diretti discendenti del semidio Lacedemone, il quale sposò la regina Sparta.

Gli Spartani furono gli unici popoli, insieme a quello Macedone (benchè NON fosse di origini elleniche) della regione greca che più di ogni altro rimasero attaccati alle loro tradizioni monarchiche. Infatti Sparta era retta da una diarchia, ovvero da due Re che facevano parte di due distinte dinastie gli Agiadi e gli Euripontidi. Secondo la tradizione, i due lignaggi discendevano rispettivamente dai gemelli Euristene e Procle, a loro volta discendenti da Eracle, che conquistò la città poche decine di anni dopo la conclusione della guerra di Troia.

A differenza di quello che si pensa, l’esercito di Sparta era principalmente un esercito difensivo, dovuto al fatto anche che le risorse umane della Polis era molto più limitate rispetto a quelle delle altre potenze greche. La società spartana inoltre era divisa in tre classi ben precise:

  • Gli spartiati appartengono alla casta militare. Sono gli unici abitanti di Sparta a godere dei diritti politici. Fin dalla gioventù sono addestrati esclusivamente alla vita militare. E’ loro vietato esercitare ogni lavoro, attività produttiva o possedere denaro. L’addestramento militare ha inizio al compimento del settimo anno di età e si conclude intorno ai trent’anni
  • I perieci sono cittadini liberi di Sparta. Possono esercitare attività produttive o commerciali e possedere denaro. Tuttavia, a differenza degli spartiati i perieci non hanno diritti politici nella società spartana
  • Gli iloti sono l’ultima classe sociale della società spartana. Come i perieci non hanno diritti politici. Pur essendo l’ultima classe sociale non sono da considerarsi veri e propri schiavi in quanto non possono essere oggetto di vendita

Ora tocca a me

Leonida I di sparta, della dinastia degli Agiadi, succedette  nel 490 a.C al fratellastro Cleomene I ( uomo nobile e valoroso ,fu lui che ordinò di giustiziare gli emissari persiani che chiesero la sottomissione di Sparta al Gran Re Dario I )  di cui sposò la figlia Gorgo.

Egli incarnava perfettamente l’essere spartano. Uomo di poche parole, non incline ai convenevoli, duro ma allo stesso tempo non aggressivo, aveva un’ottima parlantina, con la quale poteva competere con i suoi odiati vicini di Argo e di Atene. Plutarco ci racconta che quando qualcuno disse a Leonida “Tranne che per essere re, tu non sei per nulla superiore a noi” lui rispose “Ma se non fossi migliore di te, non sarei re”. Fu uno dei pochi re spartani che decise di sua volontà di affrontare la agoghè, il rigidissimo addestramento militare che ogni spartiato doveva compiere per poter divenire un Homoioi, un pari, coloro che possono permettersi di combattere fianco a fianco alle elitès di Sparta. In questi anni Leonida imparò cosa fosse il cameratismo, il rispetto anche di chi non ha il suo rango, presto si guadagnò la fama di comandante duro e severo, ma estremamente empatico ….per i canoni spartani (alcuni lo consideravano quasi un pappamolle… avessero visto gli ateniesi….). Come molti suoi concittadini, non vedeva di buon occhio le istituzioni religiose  (celebri furono le sue critiche all’oracolo di Delfi e allo zoroastrismo dei persiani) mentre aveva un grande rispetto per la Gherusia (consiglio degli anziani di Sparta) e l’Eforato (i magistrati di Sparta, e non erano dei vecchi pieni di bubboni ).

Nel 480 a.C il potentissimo e capriccioso Dio Re Serse I “il conquistatore” ( in realtà fece solo perdere territori agli achemenidi… ma dettagli) iniziò la seconda guerra persiana, per vendicare il padre Dario I, battuto a Maratona. Con un immenso esercito ( di certo non era di MILIONI E MILIONI E MILIONI di truppe come ci narra quel pirla di Erodoto) , Serse minaccia di conquistare tutta la Grecia in un sol boccone. Molte polis si sottomettono immediatamente, ma non Sparta… Leonida, uomo dalla fine cultura militare, decide di giocarsi il tutto per tutto, utilizzando una tattica alquanto strana nella sua città, avrebbe conquistato i cuori di tutti i greci che non si erano sottomessi al Re dei Re con un’azione eroica. Scelse trecento dei suoi migliori spartiati (oltre a seicento Iloti, infatti, ogni spartiato era sempre accompagnato in battaglia da due servitori) che avessero già figli maturi. Questi uomini valorosi sapevano che andavano incontro alla morte contro un nemico veramente troppo potente anche per loro. Per questo Leonida scelse così poche truppe, voleva rendere il suo sacrificio qualcosa che avrebbe innescato una vampata di orgoglio in tutti gli ellenici.

La metà della sua consacrazione all’ eternità sappiamo tutti quale sarà… Le Termopili. A lui si unirono mercenari e uomini liberi provenienti da tutta la Grecia. Il numero di truppe che Leonida arrivò a comandare ammontava sui 14.000… niente in confronto ai 200.000 che sta per andare ad affrontare

Serse attese quattro giorni prima di attaccare, sperando che i Greci si disperdessero da soli e consegnassero le armi, ma a questa richiesta Leonida rispose “Μολὼν λαβέ” (Molòn labé), cioè “Vieni a prenderle”. Il quinto giorno Serse attaccò. Leonida, fine stratega (a differenza del monarca persiano, che aveva l’intelletto di un carlino) aveva compreso quale fosse il punto debole dell’eccellente armata achemenide. Forte e veloce, l’esercito di Serse non era però adatto agli stretti passaggi della Grecia, una terra assai differente dalle floride pianure della Persia.  Le Termopili erano troppo strette per la micidiale cavalleria achemenide, gli arcieri non avevano campo libero per poter scoccare le loro micidiali frecce, la fanteria base persiana, gli sparabara e i tarabara, non aveva assolutamente l’equipaggiamento necessario per poter contrastare al meglio le potenti corazze elleniche, neppure gli Immortali, le elitès del Dio Re riuscirono a sfondare il muro spartano-greco . Leonida in due giorni di battaglia perse circa 2500 uomini, i persiani 20.000… Una cifra irrisoria per l’Impero, ma che stava logorando gli animi degli achemenidi. Il terzo giorno, Idarne, il comandante supremo degli Immortali, trovò un passaggio segreto, protetto da poche centinaia di ellenici,che portava direttamente alle spalle dell’esercito nemico, era fatta.. Nessuno poteva battere i persiani in quanto tattiche di accerchiamento. Leonida sapeva che era giunta la sua ora, decise quindi di congedare tutti i non spartani, dicendogli che avrebbero dovuto combattere ancora, per la libertà della Grecia. Leonida fu ucciso, ma gli Spartani recuperarono il suo corpo e lo protessero fino all’ultimo. Erodoto dice che Serse volle vedere la testa di Leonida conficcata su un palo e il suo corpo crocifisso, cosa sacrilega per i Greci. Sul punto dell’ultima resistenza spartana venne eretto un leone di pietra in onore di Leonida.

Il Re Spartano, simbolo di coraggio e valore , fu il modello che ispirò la micidiale Sacra Banda Tebana, un unità di trecento uomini , addestrata alla perfezione, la quale non venne mai sconfitta, se non quando venne spazzata via da Alessandro Magno nella battaglia di Cheronea, nel 338 a.C

Una piccola curiosità: Tutti noi, dopo aver visto il film 300, abbiamo notato come il soldato spartano cieco da un occhio chiamato Delios, sia tornato con tutti gli onori a Sparta. In realtà non fu così, non si chiamava Delios, ma bensi’ Aristodemo. Egli quando tornò venne taciuto di essere un codardo e solamente le sue precedenti azioni placarono gli animi dei risentiti geronti. Ad Aristodemo fu data la possibilità di morire con onore, infatti, durante la battaglia di Platea, venne mandato da SOLO contro l’esercito persiano… inutile dirvi come finì

 

 

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Prof Carbone

Insegnante Genovese di materie umanistiche e di italiano per stranieri. Nerd incallito, amante della tecnologia, del nuoto e della letteratura. Libri pubblicati: Vedrai chi sono Memorie dal nulla

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