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Cari amici e amiche di Mente Digitale, oggi mi cimenterò per la prima volta in una recensione SERIA di qualcosa che non è di mia creazione, ed è una situazione strana,visto che vi sto per presentare il film dedicato ad uno dei personaggi più carismatici della scena musicale odierna, sto parlando di “Bohemian Rhapsody” il film dedicato a Freddie Mercury, il cantante e frontman dei Queen.

N.B: Non sono ne uno studioso del cinema, ne un “Queenista” come molti si sono improvvisati in questo periodo, spesso arrivando a fare figure alquanto barbine. Mi è sembrato giusto fare tale constatazione per potervi dire che sono a vostra più completa disposizione per qualsiasi voglia critica o consiglio.
Ma ho parlato anche troppo, iniziamo subito. Ho deciso di dividere la recensione, che ho soprannominato “Emotiva“, in diversi spezzoni, in modo da poterla rendere il più fruibile possibile
[notification type=”alert-success” close=”false”] “Chi sono? Un performer , quello che la gente vuole… toccare il paradiso”[/notification]
Freddie Mercury, interpretato da Rami Malek
LO SCORRERE DEL FILM:
These Are The Days Of Our Lives

Il film, a livello di regia (è diretto da Bryan Singer, che ha diretto Operazione Valchiria) e di sceneggiatura ( gestita da Anthony McCarten, che abbiamo già conosciuto nel meraviglioso “L’ora più buia” con Gary Oldman nei panni del Primo Ministro Winston Churchill) è veramente un gioiellino,la prima parte scorre veloce e piacevole come una delle canzoni della band di Sua Maestà, vi è un piccolo freno verso la seconda metà del film, quando si entra nella parte più oscura di Freddie (lasciando fuori dalla scena in maniera un po’ colpevole gli altri tre musicisti), ma col finale si riprende appieno, dando emozioni a non finire.
GLI ATTORI: We are the champions

Non mi vergogno di dire che non avrei visto per nulla Sacha Baron Cohen (attore completo e carismatico, conosciuto purtroppo solamente per i suoi ruoli comici e le sue sparate) nel ruolo del Signor Farrohk Bulsara…come non riuscivo ad immaginarmi Rami Malek (Mister Robot- Una Notte al Museo- Papillon)… mi sono sbagliato alla grande . E’ interessante come la telecamera tendesse a mettersi lontana da Rami durante le scene dei concerti e l’effetto si è fatto vedere.

Rami entra perfettamente nella parte del ragazzo di Zanzibar, riuscendo anche ad imitare alla perfezione i suoi dentoni sporgenti e le sue movenze sul palco.

Come ho detto prima, questa sarà una recensione scritta di pancia ed emozioni, emozioni che l’attore di origine egiziana riesce a dare alla perfezione. Ma non si può dimenticare gli altri attori : Ben Hardy interpreta alla perfezione l’eccentrico ed eccellente batterista/polistrumentista Roger Taylor; Gwylin Lee incarna l’aspetto mite ma risoluto di Brian May (fondatore dei Queen assieme a Taylor) chitarrista della band; l’italo-irlandese Joseph Mazzello interpreta John Deacon, il bassista della band,nonché una delle menti più fervide per quanto riguardava la creazione dei testi musicali. Lucy Boyton, la folle Helena Andrenyi di “Assassino sull’Orient Express” interpreta Mary Austin,il primo amore di Freddie (benchè all’inizio fosse la compagna di Brian May, Mercury per il rispetto che provava per il suo amico decise di aspettare che il chitarrista non provasse più nulla per la donna prima di mettercisi assieme). Allen Leech, attore di Downtown Abbey interpreta la parte del “villain” di turno, Paul Prenter, manager di Freddie Mercury, chiamato “Judas” in maniera poco lusinghiera dai fan dei Queen per le sue azioni. Benchè non fosse un santo, Prenter nel film viene rappresentato come l’antagonista di un film puramente hollywoodiano. Ed è con questo personaggio che passo alla prossima sessione della recensione.

UN FILM ROMANZATO: The Great King Rat

I film, come i libri, i cartoni animati e i fumetti, si basano sugli archetipi, come quelli che creò Carl Gustav Jung, il film si basa sull’archetipo dell’Eroe, seguendo i principali step della narrativa cinematica. Il protagonista col passato difficile (Freddie e il rapporto con i suoi genitori, in particolar modo quello con suo padre; rapporto che non corrisponde alla realtà, i parenti di Freddie erano fieri di lui) incontra il gruppo con cui passerà le sue avventure, un incomprensione li allontanerà, ma poi il nostro grazie a vari motivi (amore; solidarietà;empatia) ritroverà la strada. Tutto questo è stato visto migliaia di volte nei film di mamma Hollywood e “Bohemian Rhapsody” non è diverso .Il film non è assolutamente un lavoro biografico, ma una versione romanzata e anche molto bene.
Non citerò gli errori , anche perchè molti organi di stampa ne hanno già parlato,facendo un lavoro certosino. Molti personaggi sono stati o modificati o messi in secondo piano, come l’importantissima figura di Jim Hutton (il quale non era neppure un cameriere, ma bensì un abile parrucchiere)o di personaggi totalmente inventati,stile il produttore musicale Ray Foster. E’ una storia cinematografica, una storia raccontata con emozione, una storia raccontata con passione, una storia che merita di essere vista e rivista.
CURIOSITA’: We are Zoroastrian, my friend

E’ interessante come nel film venga fatto notare fin da subito la natura religiosa di Freddie e della sua famiglia, ovvero quella Zoroastriana (di cui parlai in diversi articoli tempio addietro), per me fu alquanto sorprendente in maniera positiva poter vedere su grande schermo un’aspetto così intimo di Freddie, una sua parte ancora più nascosta del suo orientamento sessuale. Da anni circola una domanda nella fandom dei Queen… dov’è stato sepolto Freddie?. A differenza di molti zoroastriani, il frontman venne cremato (ricordiamoci che per i seguaci di Ahura Mazda il fuoco è sacro, ma per molti progressisti di tale fede è consentito farsi cremare), le sue ceneri vennero tenute due anni da Mary Austin, per poi essere deposte in un luogo segreto. Molti cercarono questa tomba, ma io credo che Freddie non sia stato sepolto, bensì sia tornato a casa, a Zanzibar, o nei villaggi Parsi dove vi sono ancora adesso le comunità che professano l’antica religione monoteista, magari in una delle celebri Torri del Silenzio, i luoghi dell’eterno riposo per gli zoroastriani.

FINALE: Innuendo
Vi è poco da dire, “Bohemian Rhapsody” riesce in quello che molti credevano fosse impossibile, ovvero quello di piacere non solo ai fan della band, ma anche a tutti gli altri e a coloro che sono assolutamente digiuni (o inversi) ai Queen. E’ un film emotivo, un film che trasporta all’interno di un mondo che ha segnato la nostra infanzia, un film che da un messaggio forte : “Non ti arrendere, se rimarrai fedele a te stesso/a è impossibile che tu non possa avere successo.Sei un Campione.”
Ormai avrete capito che promuovo a pieni voti il film, sia per quanto riguarda gli attori, sia per il messaggio che dà. Se si potesse cantare al cinema, questo film lascerebbe tutti afoni per le emozioni, in particolar per il finale… qualcosa da lacrime agli occhi.
