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La storia di Merlino inizia con Geoffrey di Monmouth, un chierico gallese vissuto dal 1095 al 1155 circa. Geoffrey infatti creò Merlino unendo due personaggi dell’alto medioevo: Myrddin Wyllt “Merlino il selvaggio”, una figura leggendaria di un profeta folle e bardo che visse ipoteticamente nel VI sec., e di Embreis, una figura ispirata dal personaggio storicamente esistito nel V sec. di Ambrosius Aurelianus. Nessuno di questi due personaggi aveva a che fare con le leggende di re Artù prima di Geoffrey.
Il nome Merlinus deriva appunto da una latinizzazione di Myrddin e dall’aggiunta del nome Ambrosius; infatti il suo nome originale è Ambrosius Merlinus. Il primo scritto con Merlino è il Prophetiae Merlini di Geoffrey, nel quale l’autore finge di essere il profeta stesso, ma non rivela quasi nulla sul suo passato.

Parte della storia di Merlino viene raccontata nel Historia Regum Britanniae, sempre di Geoffrey, nel quale l’autore prende dei racconti mitici di Ambrosius dal Historia Brittonum del monaco del IX sec. Nennius, fra cui la storia di re Vortigern che voleva costruire una torre, ma questa crollava ogni volta, così un saggio della sua corte gli disse di bagnare le fondamenta della torre col sangue di bambini senza padre. Fra questi vi era anche Ambrosius, che divenne Merlino con Geoffrey, che però rivelò la che sotto la torre vi era un lago nel quale combattevano due draghi (che rappresentavano lo scontro fra Sassoni e Celti).

In seguito Geoffrey si distacca dal personaggio di Ambrosius ed espande il nuovo Merlino, facendolo diventare un “cambion” (mezzo umano figlio di una donna umana ed un demone). Inoltre attribuisce a Merlino la costruzione di Stonehenge e racconta di come il profeta lanciò un incantesimo su Uther Pendragon per permettergli di fare un figlio con la figlia del suo nemico; dopo di ciò sparisce dalla storia e non entra in contatto con Artù.
In Vita Merlini Geoffrey continua l’espansione del personaggio raccontando di come Merlino sia sopravvissuto a re Artù, si sia sposato con una donna di nome Gwendolen, un riferimento a Gwenddoleu ap Ceidio, ovvero il re pagano che il Myrddin della leggenda servì e che fu sconfitto dai cristiani nella battaglia di Arfderydd del 573, e che si sia trasferito in Scozia a studiare le stelle in una casa dotata di settanta finestre. Inoltre in questa storia racconta di come la sorella di Merlino, Ganieda, anch’essa basata sulla sorella di Myrddin, Gwendydd, sia divenuta regina dei Cumbri.

La versione di Merlino come destinato ad essere l’Anticristo, ma che resiste al suo fato grazie al battesimo compiuto dal sacerdote Blaise, di come fosse legato alla ricerca del Graal, di come avesse architettato l’episodio della spada nella roccia per porre Artù sul trono, sul suo ruolo nella creazione della tavola rotonda e dei suoi poteri magici di trasformazione sono da attribuire al poeta francese Robert de Boron, vissuto fra XII e XIII sec., e alla sua opera poetica Merlin.
Versioni in prosa successive, come il Suite de Merlin, espandono il ruolo di Merlino all’interno delle leggende del mito arturiano rendendo il mago un elemento cardine nella vita di Artù e nelle guerre combattute dal re. Il personaggio ha subito svariate modifiche anche successivamente, come nel Lancillotto in Prosa dove viene generato da un’unione consensuale fra una donna ed un demone e dove non viene battezzato.

Da di qui i miti e le versioni su Merlino si sono sommate fino a diventare la storia che conosciamo noi oggi, con modifiche e aggiunte scritte costantemente e con la versione “classica” moderna che risale all’autore inglese del XV sec. Thomas Malory e l’opera a lui attribuita Le Morte d’Arthur, che però potrebbe essere una semplice raccolta di varie storie modificate dall’autore.