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Susanoo no Mikoto

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Vi sono differenti versioni dei miti che descrivono il dio Susanoo no Mikoto basate sui testi antichi, le traduzioni e le reinterpretazioni successive.

La nascita

I due testi più antichi che parlano della nascita del Giappone sono il Kojiki (“Archivi di cose antiche“) ed il Nihon Shoki (“Cronache del Giappone“), databili entrambi all’inizio dell’VIII sec.; questi due testi descrivono la nascita del dio in due modi differenti:

nel Kojiki viene descritto di come il dio Inazagi no Mikoto, tornato dal suo viaggio nello Yomi (oltretomba/inferno) alla ricerca della moglie e sorella Inazami no Mikoto morta in precedenza, compì l’abluzione in un fiume e diede alla luce Amaterasu, dea del sole, sciacquandosi l’occhio sinistro, Tsukuyomi, dea della luna, dall’occhio destro e Susanoo, dio della tempesta, soffiandosi il naso.

Nel Nihon Shoki invece i tre dei nacquero partoriti dalla dea Inazami no Mikoto, sorella e moglie di Inazagi no Mikoto, la quale morì però poco dopo dando alla luce il dio del fuoco Kagutsuchi, che fu poi decapitato dal padre Inazagi. In questa versione il viaggio nello Yomi e l’abluzione avvengono in seguito alla nascita degli dei.

Inazagi e Inazami mentre creano il Giappone

L’esilio

Secondo la versione principale del Nihon Shoki, Inazagi diede un regno ad ognuno dei suoi tre figli: Amaterasu ricevette il Takamanohara (“Altopiano del Paradiso“), ovvero la dimora degli dei, dovendo dividerlo con Tsukuyomi, mentre Susanoo ottenne il dominio del mare (secondo un’altra versione ricevette la terra).
Però Susanoo aveva un carattere malvagio passava il tempo a urlare e a piangere, causando immensa distruzione in tutto il creato; così Inazagi gli chiese il motivo del suo comportamento ed il dio rispose che voleva seguire (o visitare a seconda delle versioni) la madre e il padre glielo concesse, condannandolo però all’esilio a Ne-no-kuni (“Terra delle radici” che potrebbe essere un altro nome dello Yomi oppure un diverso oltretomba).

Susanoo e le sue malefatte ai danni di Amaterasu

Amaterasu e Susanoo

Prima di dirigersi a Ne-no-kuni, Susanoo chiese al padre il permesso di visitare la sorella Amaterasu un’ultima volta, cosa che gli fu concessa. La dea insospettita preparò il suo arco pronta allo scontro, in quanto sospettava che il fratello volesse rubarle il dominio sul Takamanohara, ma quando Susanoo arrivò, le giurò che non intendeva farle alcun male e le propose una prova: entrambi avrebbero generato altri dei usando un oggetto dell’altro, se Susanoo avesse generato dei maschi allora quella sarebbe stata la prova della sua sincerità.
La dea del sole allora prese la spada del fratello e generò tre divinità femmine, il dio della tempesta invece prese il pettine della sorella e creò cinque maschi. Provata la sincerità di Susanoo, Amaterasu dichiarò che i maschi erano suoi poichè nati da un suo oggetto, allo stesso tempo diede le femmine al fratello per lo stesso motivo e gli concesse di restare prima della sua partenza definitiva per l’esilio.

Però il carattere malvagio del dio causò enormi danni al Paradiso: egli infatti distrusse le piantagioni di riso della sorella, defecò nel suo palazzo mentre lei era intenta ad organizzare la festa autunnale e creò un buco nel tetto del palazzo di Amaterasu dal quale le gettò addosso un puledro divino che aveva appena scuoiato mentre lei era intenta a tessere un abito sacro.

Questi atti causarono l’ira della dea del sole, la quale si chiuse in una caverna negando così la luce solare sia alla Terra che al Paradiso. Uscì solo quando tutti gli altri dei ebbero cacciato Susanoo ed inventato la danza Iwato Kagura (una danza teatrale shintoista usata ancora oggi).

Gli dei danzano per convincere Amaterasu ad uscire dalla caverna

L’uccisione del serpente

Dopo l’esilio dal Takamanohara Susanoo arrivò sulla Terra, nella provincia di Izumo; arrivato al fiume Hi incontrò due vecchi dei terrestri intenti a piangere davanti a loro figlia. Essi spiegarono al dio che un tempo avevano otto figlie, ma sette di loro erano state divorate dal gigantesco serpente ad otto teste e otto code Yamata no Orochi (letteralmente “Serpente gigante a otto rami“) e che l’ottava sarebbe stata mangiata di lì a poco, senza nessuna speranza di salvezza.

Susanoo allora propose di salvare la vita della giovane dea ed in cambio l’avrebbe sposata. I genitori accettarono senza esitazioni; così il dio della tempesta disse loro di preparare otto botti di sake e trasformò la ragazza, chiamata Kushinadahime (“Meravigliosa principessa Inada“), in un pettine che si mise nei capelli.
Quando Orochi arrivò coprì otto colline e otto valli con la sua mole, i suoi occhi erano rossi e alberi gli crescevano sul dorso; ma invece di trovare la dea vide invece il sake ed ognuna delle sue teste bevvero fino a terminarlo. Ubriaco si addormentò.

Fu allora che Susanoo prese la sua spada e tranciò il serpente in una grande moltitudine di pezzi, ma quando arrivò all’ultima coda si accorse che la sua spada si era scheggiata; aprì la coda e trovò la leggendaria spada Kusanagi-no-Tsurugi (“Spada taglia erba“), più anticamente nota come Ame-no-Murakumo-no-Tsurugi (“Spada paradisiaca del raduno delle nuvole“).

Susanoo uccide Orochi

Dopo Orochi

In seguito allo scontro con Yamata no Orochi Susanoo sposò Kushinadahime, dea del riso, e regnò sul Ne-no-kuni. Il dio poi mandò la spada Kusanagi alla sorella come regalo per riconciliarsi con ella, cosa che avvenne; in seguito Amaterasu diede la spada, insieme al gioiello Yasakani no Magatama e lo specchio Yata no Kagami al suo discendente Ninigi, bisnonno dell’imperatore Jinmu (primo imperatore leggendario del Giappone), e divennero i tre simboli regali della casa imperiale. Al giorno d’oggi pare che la spada sia custodita nel tempio di Atsuta a Nagoya.

Ipotetica ricostruzione dei tre oggetti sacri imperiali

Nel Kojiki sono descritte le prove compiute dal dio Ōkuninushi, dio dell’agricoltura, della medicina e del commercio, nell’oltretomba: egli fu inviato dalla madre nel No-no-kuni per chiedere consiglio a Susanoo su cosa fare con i propri rivali che continuavano ad ucciderlo, ma si innamorò della figlia del dio della tempesta, Suserihime. La cosa offese profondamente il dio, che obbligò Ōkuninushi ad affrontare diverse prove: dovette dormire prima in una stanza infestata di serpenti, poi una con chilopodi ed una con vespe, ma si salvò tutte le volte grazie ad una sciarpa magica donatagli da Suserihime.

In seguito Susanoo scagliò una freccia in mezzo ad un grande prato e gliela fece andare a raccogliere, solo per poi incendiare tutto, ma un topo mostrò la via d’uscita a Ōkuninushi.
Il dio della tempesta cominciò a provare simpatie per il giovane, così una sera gli chiese di lavargli i capelli; mentre era intento a farsi lavare Susanoo si addormentò, così il dio della medicina gli legò i capelli alle travi del palazzo, rubò l’arco, frecce, e il koto e scappò con la figlia del re degli inferi.

Susanoo si svegliò e li inseguì, abbattendo il proprio palazzo nel frattempo; li raggiunse mentre stavano per uscire dal Ne-no-kuni e disse al giovane di uccidere i propri rivali con le sue armiŌkuninushi chiese la mano della figlia e Susanoo accettò; alla fine il giovane dio uccise i suoi rivali e divenne il regnante della regione di Izumo.

Il tempio di Susanoo è il Kumano Taisha a Shimane.

Uno dei templi di Shimane

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Giacomo Brasini

Laureato in storia all'università di Bologna, rievocatore deficelta e fissato con la storia antica. Forlivese e metallaro, citazione preferita "il cibo degli dei: la piadina".

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