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TWD RIPRENDE LA SUA NAVIGAZIONE IN UN MARE DI SANGUE E VISCERE PUTREFATTE
[notification type=”alert-info” close=”false” ]Attenzione: la recensione è divertente, ma contiene SPOILER sulla nona puntata della sesta stagione.[/notification]
Pronti, partenza, via!
Riprende dalla puntata numero 9 la 6° serie di The Walking Dead e devo essere sincero, finalmente si ritorna allo splatter crudo dei primi tempi (un consiglio da amico: riguardatevi le vecchie puntate, sopratutto le prime 3 stagioni… è un toccasana).
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Abbiamo lasciato il gruppo diviso nel tentativo di arginare e allontanare la minaccia zombi che si era radunata non lontano da Alexandria; tentativo andato malissimo direi: tanti, tantissimi vaganti che scorrazzano per le strade del villaggio. L’intento degli sceneggiatori è chiaro fin da subito, quando l’uomo cerca di dominare le forze della natura, queste rispondono per le rime.
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Rick e soci provano a gestire una situazione che apparentemente sembra rischiosa, ma che con un buon piano può essere domata, proprio come la mandria di Non Morti trovati in una miniera poco distante da Alexandira, che i nostri riescono a mettere in fila per 3 coi resti sbagliati, sulla statale della morte che porta lontano da casa. Che deve succedere se il piano non è ideato dal vecchio Annibal Smith? Che il piano non è ben riuscito, che i morti non seguono piani e che i “Lupi” fanno irruzione nel pollaio lasciato incustodito; vi risparmio i commenti sulle cazzate che si sono dovuti inventare per tenere i guerrieri più esperti lontano dal villaggio per passare alla recensione vera e propria del capitolo 9 di TWD.
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Esterno, giorno. Alexandria invasa dagli amabili resti di 500 vaganti, o come preferisco chiamarli io, walkers. Rick e un manipolo di sopravvissuti si aggirano fra gli zombi, coperti di sangue e budella marce, mentre il piccolo “bambino Kinder” frigna, i membri del gruppetto si tengono per mano… sembra che tutto fili liscio.
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All’esterno il generale pel di carota, la cecchina più stronza del west e il mitico Daryl se la stanno battendo con un nuovo problema, i ragazzi di Negan li hanno fermati per requisire armi e mezzo e da subito si capisce che non sono dei babbi.
Nel frattempo si fa sera e la combriccola di “marci ma vivi” si fa sorprendere nel mezzo del cammin che li porta alla salvezza. Sam (il bimbominkia della Kinder) rimane pietrificato dalla paura: nelle orecchie gli risuonano le minacce di zia Carol (brava a sparare e far torte di mele) che, condite dalle facce putrefatte degli zombi che li circondano, lo fa frignare come solo un cena al tramonto farebbe.
Risultato: muore lui, muore la mamma, fichissima la sequenza in cui Rick assiste al banchetto della bionda, roba da b movie anni 90, muore l’altro figlio ma sopratutto il buon vecchio Carl ci rimette l’occhio destro.
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E qui ce ne sarebbe abbastanza per tutti ma… ci sono pronti altri colpi di scena. C’è il redivivo Glenn che sopravvissuto alla peggio mandria vista fino ad oggi in TWD, decide di tirarsi dietro tutti i non morti che può per salvare la povera Maggie e il bambino che porta in grembo, ci sono Daryl, Sasha e Abraham che si svicolano dalle canaglie di Negan, c’è Rick che sclera ed esce a spaccar grugni, c’è il piccolo Gabriel che all’improvviso passa da’cacasotto a mano vendicativa del Signore.
Ci sono sangue, mutilazioni, morti freschi e morti marci, insomma una puntata tutta incentrata sul senso della sopravvivenza che permea le figure anche minori della serie. Unica pecca a mio avviso la redenzione del lupacchiotto ferito che nel momento della verità sceglie il bene e il sacrificio per salvare la dottoressa di Alexandria.
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Dalla prossima settimana ci possiamo e ci dobbiamo aspettare una serie in salita, arriva Negan e ci sono sempre i lupi che cacciano… l’attesa sarà straziante.
Image credit: Uproxx.com