Questo articolo è stato letto 1 2,444 volte
Bentornati amici di Mente Digitale, oggi si proseguirà il nostro viaggio nella Terra di Mezzo. Oggi scopriremo una delle razze più terribili di questo universo, una Tenebra così grande che neppure i due Signori Oscuri ebbero mai il coraggio di affrontare. Sto parlando della Stirpe degli Ungol, nati dalla loro potentissima madre, Ungoliant, la Divoratrice di Luce, la Tessitrice di Tenebre, la Non-Luce. Prima però è necessario parlare del loro luogo di origine, il Vuoto
Ps: Il maestro Tolkien ci ha lasciato ben pochi scritti riguardanti questo posto di orrore e morte. Nello spazio dedicato alle considerazioni personali, esporrò svariate teorie che ho sviluppato nel corso delle mie ricerche su questo posto
IL VUOTO
[notification type=”alert-info” close=”false” ]”Non puoi nasconderti…io ti vedo!! Non c’è vita nel Vuoto…. solo… Morte!”[/notification]
Questa lugubre frase, detta da Sauron a Frodo la prima volta che mise l’Unico Anello, spiega bene il timore che il Signore Oscuro avesse per questo posto.
Il Vuoto è sempre esistito, forse è ancora più antico di Iluvatar stesso. E’ un posto di totale Tenebra, il concetto di Tempo e Spazio all’interno di esso non esistono, le regole della fisica sono concetti alieni, vi è solo una brulicante massa di Tenebra, chiamata anche Non-Luce, letale per gli esseri esterni ad essa. Entrarci è “facile”, basta uscire da Arda…uscirci è tutto un altro discorso.
A noi è nota solo una creatura che abbia visitato questa desolazione e sia tornata nella nostra realtà. Essa fu Melkor, il più grande e colto degli Ainur, nonchè il primo Signore Oscuro. In esso, il futuro Grande Nemico cercò per eoni la Fiamma Imperitura, il grande Fuoco che permetteva di creare la vita, ma non la trovò mai, essendo dentro l’essenza di suo padre Eru, il Dio Creatore. Melkor uscì dal Vuoto con qualcosa di meno… o forse di più.. qualcosa di maligno. Durante il suo pellegrinaggio nella Non-Luce, nella sua mente, un tempo fiera e orgogliosa, era germogliato un orrido pensiero… Avrebbe creato la vita anche senza la Fiamma Imperitura.
Forse..qualcuno o qualcosa dentro il Vuoto, gli aveva sussurrato parole di grandezza… sarebbe stato ancora più grande di suo padre, sarebbe stato il vero Dio Creatore. Forse, Melkor si portò dietro quel qualcosa, un demone spaventoso, immateriale, colmo di rabbia e di fame, la creatura che avrebbe preso la forma di un gigantesco ragno, Ungoliant.

STORIA: GLI ANNI DEGLI ALBERI(ANTERIORI ALLA PRIMA ERA)
Secondo alcuni, Ungoliant fu uno dei primi Maiar, assieme a Sauron e Gothmog ad essere corrotta dal potere di Morgoth,sebbene in diversi scritti del Maestro sia scritto più volte che nessun Valar la conoscesse prima di allora (fatto che da adito alla mia teoria che essa fosse una creatura del Vuoto, non una creazione di Eru)
Ungoliant era l’epiteto Sindarin con la quale era conosciuta e significa “Grande Demone Ragno“. In Quenya era conosciuta invece coi nomi di Ungoliantë e Ungweliantë che significano “Orrido Ragno della Notte”. Nel dialetto Noldorin era conosciuta col nome di Delduthling, il cui significato è uguale a quello Quenya.
Questo potentissimo demone, che prese la forma di un mostruoso ragno andò a dimorare sull’isola di Avathar, nel continente di Aman, vicino a Valinor. Ungoliant era molto intelligente, sapeva perfettamente che li i suoi nemici non l’avrebbero mai trovata in quel posto, per un semplice motivo, Avathar era una landa desolata e oscura a causa della schermatura che gli stessi monti Pelóri offrono rispetto alla Luce degli Alberi di Valinor, infatti, essa non può vivere troppo lungo esposta ad essa. Tale fatto fece crescere in lei una fame innaturale, una fame che poteva essere colmata solamente divorando la Luce, la Tenebra avrebbe dominato su tutto. Ben presto l’isola divenne una distesa di tele di Oscurità, un regno silenzioso e oscuro, Ungoliant si sentiva davvero a casa. Spesso il Grande Demone Ragno si avvicinava di nascosto al Reame Beato, divorandone la Luce ma non era mai abbastanza, ne voleva sempre di più, la fame l’attanagliava ogni giorno, ma era troppo prudente per rischiare ,così per tempo immemore, i Valar non si accorsero che lentamente la loro Luce andava ad estinguersi.
Secoli dopo la sua discesa su Arda, venne contatta da Melkor, chiedendole asilo, essendo appena fuggito da Valinor dopo la sua disfatta nella Seconda Guerra delle Potenze. Ungoliant accettò con ben poco piacere, quel Unmaiar era una fonte di guai, ma poteva anche rivelarsi utile per alleviare la sua fame perpetua. Ascoltò cosa aveva da dirle e sebbene fosse all’inizio titubante, decise di seguirlo in questa empia impresa, deliziata dalle laute ricompense che il Signore Oscuro le aveva promesso. Melkor voleva vendicarsi della sconfitta subita, avrebbe colpito al cuore i suoi odiati nemici, togliendogli ciò che gli era più caro, la loro Luce.

L’OTTENEBRAMENTO DI VALINOR
Nell’ anno 1495 degli Anni degli Alberi, i due demoni misero in atto il loro orribile piano. Potenziata dalla crudele magia di Melkor, Ungoliant cominciò a creare una fitta rete di Tenebra, attraverso di essa entrarono indisturbati nel Reame Benedetto. Ungoliant conosceva ogni strada segreta, ogni turno di guardia dei Valar, aveva una memoria fotografica dei posti in cui andava a cacciare. Inoltre, raggiunsero il regno nemico proprio nel momento in cui erano in corso le feste nelle Aule di Manwe, in esse Valar e festeggiavano il periodo di pace, un periodo che stava per finire, visto che i due mostri ben presto raggiunsero il loro obiettivo, gli Alberi di Valinor.
Noti anche come Aldu in Quenya o Alberi dei Valar, erano grandi alberi posizionati sul colle di Ezellohar ad ovest della città di Valmar (capitale del Regno). Telperion (l’Argentato) e Laurelin (l’Aureo) erano i loro nomi ed essi illuminavano Aman irradiando Luce benedetta. In essi , Feanor incastonò la luce dei suoi Silmaril, gioielli dallo sconfinato potere.
Il Signore Oscuro cominciò a percuotere gli Alberi con la sua spada (oppure con la celebre mazza Grond), infliggendogli delle terribili ferite, da cui la Luce cominciò a sgorgare fuori come se fosse sangue. Ungoliant, in preda all’estasi e alla sua perenne fame, cominciò a succhiare via tutta la Luce , non era mai sazia, non era mai piena, ad ogni sorso, diveniva più grande, più forte, più terrificante, più vogliosa di essa. Ben presto, dei poveri Alberi non rimase altro che due gusci vuoti, morti, spenti.
Su Valinor piombò dunque l’Oscurità e il dolore e l’angoscia s’impadronirono dei suoi abitanti. La Luce mancò; ma la Tenebra che le fece seguito fu ben più che la sua perdita. In quell’ora si formò infatti un’Oscurità che sembrava dotata di vita propria.
Ungoliant era divenuta immensa, potente oltre ogni limite, avrebbe potuto schiacciare qualsiasi nemico di fronte a se, urlò dalla gioia, eccitata di questo immenso pasto. Con i suoi nuovi poteri diede il suo tocco personale alla Tenebra. Questo nero manto aveva il potere di trafiggere l’occhio e di penetrare cuore e mente, di soffocare la volontà stessa. Questa Aura di Terrore verrà utilizzata da tutti i più potenti servi del Male. Melkor, prima di fuggire da Valinor, uccise il Re Supremo degli Elfi Finwë e gli rubò i Silmaril. Il Male aveva trionfato, tutta Arda crollò nel panico più totale.
Una volta in salvo, Ungoliant, ancora desiderosa di saziare la sua fame, oltre alla ricompensa pattuita (la Luce degli Alberi e dei gioielli elfici di minor valore) prima dell’ empia missione, reclamò per se la Luce dei Silmaril. Melkor però non aveva alcuna intenzione di darglieli, troppo aveva aspettato per poter assaporare la vendetta, troppo aveva agognato questo momento, aveva desiderato per troppo tempo quei gioielli, non glieli avrebbe dati, anche a costo di uccidere la sua socia. Il problema per lui però era un altro, dopo aver assorbito la Luce degli Alberi, Ungoliant era divenuta dieci volte più forte di Melkor… e lei lo sapeva bene. Attaccò con ferocia Morgoth, la lotta durò ben poco, Melkor si trovò al tappeto,ricoperto dalla rete del Grande Demone Ragno, ferito ed esausto, in preda al panico, lanciò un grido di terrore che venne sentito dai suoi servi più fedeli, i Balrog, che accorsero da lui. Sei di questi formidabili Demoni cominciarono a combattere disperatamente contro Ungoliant, liberando il loro Sire, ferito e shockato. I Balrog riuscirono a ferirla dopo una lunga ed estenuante battaglia, Ungoliant, conscia della sconfitta imminente scappò, venne inseguita per molto tempo dai Possenti, ma riuscì a far perdere le sue tracce.
Dopo questo evento, la storia di Ungoliant diventa un mistero, di certo si sa solo che scappò nel Nan Dungortheb, qui ebbe molti accoppiamenti con i ragni giganti della zona, da cui ebbe milioni di figli. Secondo alcuni morì per le ferite subite, oppure si divorò da sola per la fame. Secondo altri invece, si trasferì a sud di Umbar e Harad, cospirando nell’ombra…
LA PRIMA ERA
Dopo la Guerra dell’Ira, che sancì la sconfitta definitiva di Melkor (nonchè il suo esilio nel Vuoto), la popolazione degli Ungol ( i figli di Ungoliant) , prevedendo lo scoppio della regione della Terra di Mezzo conosciuta come Bereliand ove dimoravano, migrarono verso il Sud, andandosi a stabilire nei posti più nascosti e bui. Si sa per certo che il grande eroe Beren mentre fuggiva da quella landa che si stava inabissando, venne affrontato da quella che probabilmente era la primogenita di Ungoliant. Il suo nome era Shelob.

LA TERZA ERA
Gli Ungol si insediarono nelle zone montuose della Terra di Mezzo, a Bosco Atro (specialmente nella zona dove si trovava la fortezza di Dol Guldur, guidata dal Nazgul Khamul, l’Easterling) , invece Shelob, prese per se le caverne intorno alla Torre Cirith Ungol. A differenza di quello che possa sembrare logicoi, non vi fu mai un’ alleanza tra lo sciame Ungol e Sauron, ma vi era un “patto di non aggressione” tra le due forze, in special modo Shelob, sebbene avesse perso gran parte della sua forza, era ancora un’ avversaria temibile anche per il Signore di Mordor, specialmente ora che era ancora così debole. Infatti nessun Ungol partecipò alla Guerra dell’Anello.
A differenza della loro semi-invincibile madre, gli Ungol si nutrivano soprattutto di Umani, Elfi, Nani e Hobbit mentre trovavano disgustosa la carne degli Orchi e dei Troll.

Nel 2941 Thorin e la sua Compagnia si trovarono a dover attraversare Bosco Atro nel tentativo di raggiungere la Montagna Solitaria. Usciti dal sentiero si perdettero e vennero catturati dai ragni, che li avvolsero nelle loro tele con l’intenzione di divorarli. Bilbo, che grazie all’Anello era riuscito a scampare all’imboscata, salvò la situazione e grazie alla sua spada uccise diversi ragni e liberò i suoi compagni; fu proprio dopo questo incidente che Bilbo chiamò la sua spada Pungolo.
Il 12 marzo del 3019, Frodo venne condotto con l’inganno dal vile Gollum a Cirith Ungol, nella tana di Shelob, stufa di mangiare i soldati di Sauron. Ignara del Fardello che il piccolo Hobbit portava con se, decise che lo avrebbe mangiato, dopo essersi divertita un po. Il Portatore dell’Anello per sua fortuna venne salvato dal valoroso Sam, che ingaggiò un combattimento furioso contro la potente Ungol, ferendola gravemente. Prudente ( o forse codarda) come la madre, Shelob decise di scappare, dopo questo evento, di lei non si seppe mai più nulla.
Tolkien ipotizzò che Shelob poteva essere una delle poche creature presenti su Arda che non bramassero il potere dell’ Anello, conoscendone comunque la funzione e cosa poteva donare al suo portatore.

ASPETTO FISICO
Gli Ungol sembravano in tutto e per tutto ai ragni della nostra realtà, anche se spesso avevano grosse bocche molto più simili a quelle umane che a quelle degli aracnidi a cui tanto assomigliavano. Le loro dimensioni potevano cambiare considerevolmente, l ‘Ungol medio raggiungeva di un cane di taglia media, Shelob quella di una monovolume, mentre la loro folle progenitrice doveva aver assunto dimensioni mastodontiche dopo aver assorbito la Luce degli Alberi di Valinor.
PERSONALITA’
Gli Ungol sono estremamente crudeli e astuti, dotati di un’intelligenza subdola e perversa, memori della abietta intelligenza della loro terribile madre, Ungoliant.
TATTICHE DI CACCIA
Attaccavano in sciami, tendendo trappole e tranelli, in modo molto simile a quello che fanno i ragni normali, aggiungendoci la loro incredibile e maligna intelligenza.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Sotto molti aspetti, il Vuoto mi ricorda moltissimo altre dimensioni, più o meno infernali, provenienti da altri universi letterari, come ad esempio la Corte del Demone Sultano Azathot di H.P Lovecraft.
Prima scrissi che Melkor fu l’unico ad uscire dal Vuoto, beh.. fu l’unico a farcela senza alcun aiuto, anche Gandalf dopo il combattimento contro il Balrog di Moria (il terribile Flagello di Durin) entrò nel Vuoto, ma poi venne resuscitato da Eru, il quale a quanto pare ha potere anche in questa sezione dell’ Universo Tolkeniano.
Questa che sto per esporre è una ipotesi personale, ma ci tengo a condividerla con voi, cari Lettori. Io credo che i poteri dell’ Unico Anello provenissero anche dal Vuoto, non solo da quello dell’Oscuro Signore. Credo che dopo l’esilio di Melkor nel Vuoto, esso sia riuscito a contattare in qualche modo Sauron, dandogli nozioni sulla sua prigione, permettendogli di forgiare l’Anello nelle fornaci del Monte Fato (oppure gliele diede durante la Prima Era, quando il Signore di Mordor era il suo secondo insieme a Gothmog). Ecco alcune mie considerazioni in merito
- La frase che ho scritto ad inizio dell’Articolo , che motivo aveva Sauron per dirgliela a Frodo in quel momento?Perchè in quel momento Frodo si trovava proprio nel Vuoto.
- Si intuisce che il Vuoto sia un piano di non-esistenza, in essa infatti è intrappolato tutto ciò che rimane della parvenza fisica dei Nazgul, coloro che si fecero consumare dal potere degli Anelli Minori. Inoltre in esso, giacciono le anime delle creature maligne (Dopo la distruzione dell’Unico, quello che rimane di Sauron verrà bandito nel Vuoto)
- L’Anello più che rendere invisibili, sembra che crei un processo di “sfasamento dimensionale”, la realtà viene distorta, i suoni si attenuano o si deformano, i colori si estinguono.
- Il Vuoto è un piano che consuma emozioni ed energie, ciò si riflette sulle creature che vi esistono o che hanno la possibilità di visitarlo (o solo vederlo).
- La follia di Melkor probabilmente iniziò durante il suo pellegrinaggio in questo mondo di Oscurità
- La fame di Ungoliant sembra più una tossicodipendenza che un vero bisogno di cibo
- L’esposizione continua all’ Anello ha ridotto Gollum ad una creatura meschina, ossessionata dal suo “Tesoro“. Tutti coloro che sono stati esposti ad esso hanno dimostrato gli stessi “sintomi” di Gollum, sebbene in misura minore.
