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Universo 25: l’eccessivo benessere dei topi che portò all’estinzione

 Tempo di Lettura: 6 minuti

Bentornati nella rubrica Esperimenti Scientifici Estremi, oggi parleremo di un esperimento controverso svolto nel National Institute of Health a Bethesda (Maryland) che mirava a scoprire cosa accade quando un gruppo viene messo in condizioni di assoluto benessere, permettendo a tutti i componenti di mangiare e prolificare a piacimento senza la presenza di predatori o malattie.

Il gruppo godrà dei benefici? Ebbene no, estinzione, cannibalismo, bullismo, emarginazione e nuovi controversi ruoli sociali furono il risultato, ma partiamo con ordine.

Lo scienziato John Calhoun, un etologo di circa 50 anni specializzato negli studi del comportamento animale, il 9 luglio 1968 posizionò 8 topolini in un ambiente quadrato largo 2,7 metri e pareti alte 1,3 metri; il recinto era volutamente senza soffitto (quindi aperto in alto) per poter osservare senza impedimenti il comportamento degli animali.

Intuendo che la popolazione umana mondiale cresceva esponenzialmente voleva provare a prevedere cosa sarebbe potuto accadere nel momento in cui la Terra fosse diventata troppo piccola per tutti noi.

Parola d'ordine: MANGIARE E TROMBARE!

La gabbia, chiamata Universo 25, viene pulita completamente ogni 4 settimane, ha 256 tane collegate da 4 tunnel facilmente raggiungibili dai topi grazie a comode griglie disposte sui muri perimetrali e possono ospitare 3.800 topi nei caldi nidi disposti al loro interno. Acqua e cibo sono illimitati.

Un vero e proprio paradiso per roditori, infatti il numero di topi iniziò a crescere vertiginosamente

Dopo circa 3 mesi di ambientamento il numero di roditori iniziò a raddoppiare ogni 2 mesi, diventando 20 topi, poi 40, 80, 160, etc, fino ad agosto 1969, quando ad un anno dall’inizio dell’esperimento la colonia raggiunse il numero di 620 esemplari.

Dopo un anno e mezzo Universo 25 raggiunse il picco massimo di popolazione con 2.200 unità.

Il tracollo - i bulli, i cannibali, i bevitori sociali e i Belli

Circa un anno e mezzo dopo, arrivati a 2.200 unità, i ruoli sociali disponibili iniziarono a risultare insufficienti rispetto al numero degli esemplari e iniziarono a verificarsi comportamenti che diventarono piano piano sempre più particolari e distruttivi per la società. Alcuni maschi cominciarono ad attaccare le femmine e i cuccioli, altri diventarono panasessuali cercando di tenere rapporti sessuali con ogni topo gli capitasse a tiro. Le femmine si rifugiarono nei nidi più alti perché minacciate dai maschi, ma siccome in costante difesa del territorio non furono più in grado di provvedere ai loro cuccioli… la maggior parte della prole morì e si raggiunse un picco di mortalità del 96% in alcune zone dell’Universo 25.
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Altri esemplari formarono dei gruppi che Calhoun definì “i Belli” : essi non avevano più vita sociale e non si preoccupavano di nulla, se non di nutrirsi e pulirsi il pelo; a differenza di tutti gli altri non riportavano nessuna ferita da combattimento, perché non interagivano più con nessuno. Interessante il gruppo denominato “i bevitori sociali”, che si affollavano attorno alle sorgenti d’acqua bevendo in modo compulsivo, quasi fosse uno sfogo.
Gruppo denominato “Bevitori sociali”
I gruppi rimasti sono molto sproporzionati, si andava da 1 solo maschio per 10 femmine oppure 20 maschi per 10 femmine col risultato di un’esplosione di violenza fino ad arrivare addirittura al cannibalismo (nonostante il cibo fosse abbondantemente disponibile per tutti). La popolazione iniziò a calare inesorabilmente a partire dai 600 giorni di quella che inizialmente sembrava un’utopia, con l’ultima nascita risalente al 1° marzo 1970. 5 anni dopo, nel 1973, la società è completamente estinta: l’ultimo topo della colonia è morto. L’abbondanza ha creato un inferno invece di un paradiso. Qui sotto trovate la curva demografica di Universo 25. La linea tratteggiata mostra l’andamento dopo il giorno 700. La totale mancanza di ruoli sociali derivata dalla sovrappopolazione ha annientato la società di roditori portandola al collasso fino all’estinzione totale, causata dagli stessi membri della colonia.

La fogna del comportamento

John Calhoun pubblicò la sua ricerca nel 1973, intitolandola “Death Squared: The Explosive Growth and Demise of a Mouse Population” (“La morte nel quadrato: la crescita esplosiva e la scomparsa di una popolazione di topi”).

La lettura del trattato è un’esperienza molto intensa e comprende citazioni dal libro dell’Apocalisse come “uccidere con la spada e con la carestia e con la pestilenza e con le bestie selvagge”, definendo i gruppi di topi con nomi umani come appunto “i belli”, “i bevitori sociali”, “i cannibali”, mentre il collasso della società lo definì “Fogna del Comportamento”.

Naturalmente questo non è il classico linguaggio accademico, ma Calhoun voleva trasmettere in modo forte e chiaro il suo pensiero, esattamente come nel breve brano citato qui sotto:

Non importa quanto sofisticato l’uomo creda di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo sociale supera largamente il numero di ruoli disponibili, la conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale.

-John Calhoun

John Calhoun incontra Papa Paolo VI il 27 September 1973. Fotografia condivisa con licenza Creative Commons 3.0 via Wikipedia:

Ma l'uomo non è un topo

La comunità scientifica, vista l’esplosione demografica mondiale degli anni ’60 ’70 ’80 (che rallentò solo nel 2000) si preoccupò particolarmente dopo questa ricerca, ma bisogna anche tenere conto di alcuni fattori.

L’uomo si adatta all’ambiente e quando non può farlo lo plasma per il proprio beneficio, modificando nel modo più conveniente possibile anche le relazioni sociali, tenendo così a bada gli impulsi primordiali.

La democrazia e il sistema giudiziario sono esempi lampanti di strumenti sociali che abbiamo creato per far funzionare enormi gruppi di individui senza che la prevaricazione fisica dei più forti verso i più deboli sia la normalità.

Inoltre a differenza dei topi noi possiamo porci interrogativi, domande esistenziali, abbiamo il dono della parola e della scrittura, tutte cose che risultano (e sono risultate nei secoli) fondamentali per l’evoluzione sociale che ci ha portato fino ai giorni nostri.

Possiamo valutare ciò che è normale o eccezionale e nel secondo caso analizzare e cercare soluzioni per tornare alla normalità, conosciamo la differenza tra casualità e abitudine, abbiamo creato l’uguaglianza sociale (o quantomeno aspiriamo a farlo), studiamo le relazioni e le malattie mentali.

Tutto questo non ci farà fare la fine dei topi dell’Universo 25… o almeno si spera!

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William J

Ho aperto Mente Digitale nel 2006 e mi rappresenta in ogni sua trasformazione. Dirigo una web agency milanese, colleziono fumetti, seguo anime dai tempi dei vecchi robottoni e divoro serie tv in lingua originale. Su Lega Nerd sono autore di livello 36, con più di 300 articoli pubblicati. La frase che preferisco è: "La cultura è il nostro passaporto per il futuro. Il domani appartiene alle persone che si preparano oggi" - Malcom X

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